Jonathan Zimmerman

A cosa servono le scuole

da ''The New York Review of Books''

Martha Minow, In Brown’s Wake. Legacies of America’s Educational Landmark, Oxford, Oxford University Press, pp. 304, $ 24,95

SOCIETA’ E STORIA AMERICANE. Negli Stati Uniti, più che in molti altri paesi, le differenze fra razze, culture e classi sociali sono evidenti e perciò vengono sentite come un problema. Dagli anni Cinquanta sono stati varati, non senza difficoltà, una serie di provvedimenti, atti e leggi a favore dell’integrazione all’interno delle scuole di scolari di diverse provenienze etniche e culturali. Un passo notevole, considerando che fino allora non esistevano scuole “miste”, ma diverse e separate fra loro a seconda del genere, della razza, della lingua e della religione. Per non parlare della segregazione dei bambini diversamente abili in istituti specifici. La sentenza Brown v. Board of Education e il No Child Left Behind Act sono alcuni traguardi che il governo americano ha raggiunto. Ma la segregazione all’interno delle scuole è un fenomeno ancora presente.

Una delle prime cose che si imparano nelle scuole degli Stati Uniti è che l’America si fonda su un insieme di idee, non su legami razziali condivisi o ancestrali. Tutti gli uomini sono stati creati uguali. Libertà e giustizia per tutti. Da molti individui, uno (stato). La storia degli USA riflette i modi diversi e spesso conflittuali con cui gli americani hanno elaborato queste idee nel tempo. Così gli americani hanno posto enorme enfasi – un’enfasi eccezionale – su un patrimonio di parole, frasi e slogan. Partecipate alle manifestazioni del Tea Party e sentirete citare abbondantemente i Padri Pellegrini. Ma potete trovare le stesse parole nel discorso di Gettysburg di Lincoln – che generazioni di scolari americani hanno dovuto imparare a memoria – e in quello di Martin Luther King “I Have a Dream”.

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