Riccardo Di Donato

A mosca cieca con Ernesto de Martino

GIORDANA CHARUTY, Ernesto de Martino. Le precedenti vite di un antropologo, traduzione di Adelina Talamonti, Milano, Franco Angeli, 2010, pp. 351, € 35,00

ERNESTO DE MARTINO, Etnografia del tarantismo pugliese. I materiali della spedizione nel Salento del 1959, a cura di Amalia Signorelli e Valerio Panza, introduzione e commenti di Amalia Signorelli, Lecce, Argo, 2011, pp. 463, € 27,00

ANTROPOLOGIA. A che punto sono gli studi sull’antropologo Ernesto de Martino, lo studioso delle tradizioni popolari del Mezzogiorno, in particolare del tarantismo pugliese? Riccardo Di Donato ripercorre l’iter di studi che sono stati sinora svolti su de Martino, soffermandosi su cosa è ancora poco chiaro della sua opera di antropologo.

C’è un gioco praticato dai bambini e, nel passato, anche dagli adulti che ha un nome strano eppure evocativo per chi studia i costumi popolari. Mosca cieca – recita il più diffuso dei nostri lessici – è gioco fanciullesco in cui uno dei partecipanti, bendato, deve cercare di afferrare uno dei giocatori e riconoscerlo. Quello dell’opera di un indagatore bendato pare a me il tratto che accomuna i risultati di ricerche tra loro assai diverse che continuano ad accumularsi intorno alla persona e all’opera di Ernesto de Martino: bendato perché non pienamente libero di disporre di tutti i testi e documenti che sono necessari ad arrivare a conclusioni che non siano provvisorie. Come tutte le situazioni complicate anche questa non dipende da una sola causa ma da molte e non caratterizza soltanto questo tempo nostro o questa fase della più generale vicenda intellettuale ma – in una misura del tutto particolare – appare tratto che accomuna gli studi che si sono realizzati nei quarantasei anni che ci separano dalla morte dello storico ed etnografo del tarantismo pugliese1 di cui qui ci occupiamo.

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