Archivio della categoria: Edmund White

da ''The New York Review of Books''

Flaubert: Moreau, c’est nous

di Edmund White - La corrispondenza di Flaubert testimoniava le ore passate sul suo sofà, pratica che lui chiama “marinatura”, nella ricerca del “mot just” (la parola giusta); egli riusciva a scrivere solo pochi paragrafi al giorno.
da ''The New York Review of Books''

Proust il lettore appassionato

di Edmund White - LETTERATURA: Edmund White recensisce un saggio che, nell’anniversario de La strada di Swann, analizza gli entusiasmi, gli antagonismi e le influenze letterarie del grande scrittore Marcel Proust.
da ''The New York Review of Books''

Seaver, l’editore di Beckett

di Edmund White - È vero, nessuno sogna di diventare editor da grande ma un famoso scrittore. Ma leggendo il libro di memorie di Richard Seaver, in cui racconta la sua avventura professionale, lavorando a stretto contatto con Allen Ginsberg [...]
da ''The New York Review of Books''

Balzac, un ragazzino affamato

di Edmund White - L’opinione preconcetta potrebbe essere che Balzac fosse un ghiottone, un moderno Gargantua, eccessivo nei banchetti quanto lo era nella scrittura, nella vita mondana, nel consumo di caffè e nell’interesse verso le nobildonne. Basti guardare [...]
da ''The New York Review of Books''

Malaparte: il genio mascalzone

di Edmund White - Quasi ogni cosa di Curzio Malaparte – che scrisse Kaputt e La pelle, due tra i libri più memorabili sulla seconda guerra mondiale – era fasulla, a cominciare dal nome. Nacque a Prato, in Toscana, nel 1898, figlio di Erwin Suckert, un tedesco collerico [...]
da ''The New York Review of Books''

Paul Bowles: il deserto e la solitudine

di Edmund White - In un saggio sul Sahara, Battesimo di solitudine, Paul Bowles ci racconta molte cose interessanti sulle città oasi (in cui la fertilità delle piante coltivate è importantissima e gli uccelli sono odiati in quanto predatori di semi) e sui Tuareg, [...]
da ''The New York Review of Books''

I beats. Immagini di una leggenda

di Edmund White - Allen Ginsberg e William Burroughs hanno entrambi scoperto tardi che realizzare opere d’arte figurativa è un buon sistema per far soldi. La letteratura, lo scrivere non lo sono. Incontri e conferenze sono economicamente interessanti [...]