Jonathan Raban

Fatica Divina – Il re pallido – Foster Wallace

da ''The New York Review of Books''

DAVID FOSTER WALLACE, Il re pallido, Torino, Einaudi (uscita prevista nell’autunno 2011)

LETTERATURA CONTEMPORANEA. Esce in autunno per i tipi di Einaudi l’ultimo lavoro di David Foster Wallace, Il re pallido, un romanzo in pieno stile Wallace, benché “incompiuto” cioè assemblato dopo la morte dell’autore. E dopo Infine Jest lo scrittore rivolge la sua attenzione alla quotidianità: l’analisi lenticolare della vita dei dipendenti dell’IRS (l’agenzia esattoriale del governo federale americano), destinati tutti i giorni a sfogliare documenti di denuncia dei redditi. Ogni giorno sembra uguale, i protagonisti sembrano destinati a vivere nella noia. Ma forse è proprio questa sensazione che li rende persone eccezionali.

David Foster Wallace ha portato alla sua narrativa una precoce autorevolezza intellettuale. Doppia laurea in letteratura inglese e filosofia all’Amherst College, la sua tesi di laurea in Letteratura Inglese è poi diventata il suo primo romanzo, La scopa del sistema (ed. orig.: 1987, pubblicato in Italia per la prima volta nel 1999), mentre la sua tesi in filosofia, Taylor’s “Fatalism” and the Semantics of Physical Modality, è stata pubblicata lo scorso anno, arricchita da articoli di filosofi e accademici, con il titolo Fate, Time, and Language. An Essay on Free Will. La sua “fissazione per la matematica” lo ha portato a scrivere Tutto, e di più. Storia compatta dell’infinito (ed. orig. 2003, pubblicato in Italia nel 2005).

Soprattutto, il monumentale Infinite jest (ed. orig. 1996 e uscito in Italia per la prima volta nel 2000) ha rivelato Wallace come un’enciclopedia vivente in tutto ciò che trattava – tennis, droga, furto con scasso, Alcolisti Anonimi, case di recupero e reinserimento per tossicodipendenti, procedure ospedaliere, la vita delle gang nelle strade di Boston, e molto altro: sembrava conoscere cose che andavano oltre la portata della maggior parte dei romanzieri, la sua erudizione estesa alle oltre novantasei pagine (centoquaranta nell’edizione italiana, n.d.T.) di note.

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