Robert Pogue Harrison

La fede di Harold Bloom

da ''The New York Review of Books''

Harold Bloom, Anatomia dell’influenza: la letteratura come stile di vita, Milano, Rizzoli, 2011, pp. 444, € 22,00

LETTERATURA. Il nuovo libro di Harold Bloom non fa che confermare, in maniera forse più flessibile dei precedenti, la convinzione del noto critico che esistano degli autori, molto pochi, estremamente selezionati, sui quali si poggia il canone della letteratura occidentale: una fede, la sua, che lascia forse poco spazio a tanti altri grandi nomi della letteratura moderna e contemporanea, almeno nell’opinione di Pogue Harrison.

In una lezione recente, Harold Bloom ha dichiarato a un gruppo di matricole che lui e Lear avevano la stessa età. Lear in effetti ha ottanta anni «e più», e quando si pensa a Bloom che tiene una lezione su Re Lear agli studenti è difficile non pensare alle ultime battute del dramma, pronunciate da Edgar: «A noi spetta gravarci del peso di questo triste tempo, / dire quel che si prova, e non quel che si deve. / I più vecchi hanno più sopportato; a noi giovani / non sarà dato di tanto vedere o di vivere tanto».

La maggior parte di coloro che sono giovani oggi non leggeranno o scriveranno mai quanto ha fatto Bloom durante gli anni. Bloom ha obbedito per parecchio tempo all’ingiunzione di Edgar, a «dire quel che si prova, e non quel che si deve». Quando negli anni Ottanta e Novanta lo studio accademico della letteratura è stato sovrastato da ciò che Bloom definisce la «tempesta dell’ideologia», egli riversò la sua collera sulla Scuola del Risentimento, difendendo l’indipendenza della letteratura creativa e deplorando la sua riduzione allo stato di documentazione sociale.

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