Leonard Mlodinow

La maggior parte di noi è prevenuta, dopotutto

da ''The New York Review of Books''

MAHZARIN R. BANAJI, ANTHONY G. GREENWALD,Blindspot: Hidden Biases of Good People, Delacorte, pp. 254, $27.00

ANTROPOLOGIA E SOCIOLOGIA: La maggior parte di noi è prevenuta verso vari gruppi di persone, alcuni lo ammettono pubblicamente, ma la maggioranza delle persone ha pregiudizi sepolti a un livello così profondo delle nostre menti da essere inaccessibile alla nostra coscienza. Questa è la tesi di Punto cieco: i pregiudizi nascosti delle brave persone, qui recensito da Leonard Mlodinow.

Nel suo infelice tentativo di vincere un seggio al Senato nel 1858, Abramo Lincoln si confrontò con il senatore democratico in carica, Stephen Douglas, in una serie di sette dibattiti che erano focalizzati sul problema dello schiavismo. Lincoln, naturalmente, era il candidato a favore di un uguale trattamento da parte della legge per la gente di colore. Ecco un estratto da questi dibattiti, in cui Lincoln rivela i suoi sentimenti riguardo agli stessi neri, allineandosi il più possibile con la correttezza politica del suo tempo:

Esiste una differenza fisica tra la razza bianca e nera che credo impedirà per sempre alle due razze una convivenza in termini di parità sociale e politica. E poiché esse non possono convivere, finché rimangono assieme vi dovrà essere la posizione superiore e inferiore. Io, al pari di chiunque altro, sono favorevole a che la posizione superiore venga assegnata alla razza bianca.

Questo non sembra l’uomo che liberò gli schiavi, ma Lincoln non vedeva un’incongruenza nel richiedere i diritti civili mentre contemporaneamente sosteneva una supremazia dei bianchi. Ecco come la metteva, «Non capisco perché l’uomo bianco debba avere una posizione superiore e al nero debba essere negata ogni altra cosa»1.

Oggi, naturalmente, le cose sono diverse. Oggi abbiamo un presidente il cui padre era nero, e le dichiarazioni fatte nel segno dell’intolleranza razziale, etnica, o di genere, possono causare grandi danni alla carriera di una figura pubblica, com’è successo per esempio all’ex presidente di Harvard, Lawrence Summers, al conduttore radiofonico Don Imus, al Premio Nobel James Watson, all’attore Mel Gibson, alla conduttrice radiofonica Laura Schlessinger, all’opinionista Juan Williams e al comico Michael Richards. Tuttavia la nostra società mostra ancora una tendenza caparbia a discriminare, non solo sulla base della razza, ma anche del genere, della religione, del gruppo etnico e del peso corporeo, solo per nominarne alcune. Se spesso dichiarazioni di pregiudizio da parte di persone note provoca una disapprovazione pubblica immediata, il disprezzo tenuto in privato può essere pervasivo e forte.

Nel loro nuovo libro, Blindspot: Hidden Biases of Good People (Punto cieco: i pregiudizi nascosti delle brave persone), gli psicologi sociali Mahzarin R. Banaji e Anthony G. Greenwald esaminano la natura del pregiudizio sociale di oggi, e la difficoltà che incontriamo nel cancellarli. Il punto centrale degli autori è che la maggior parte di noi è prevenuta verso vari gruppi di persone. Inoltre, benché solo alcuni di noi sappiano di essere prevenuti, e pochi esprimano pubblicamente i propri punti di vista intolleranti gli autori riferiscono che la maggior parte di noi ha pregiudizi seppelliti a un livello così profondo nelle nostre menti da essere inaccessibile alla nostra coscienza consapevole. Questi atteggiamenti negativi latenti in questo punto cieco, dicono gli autori, svolgono un ruolo importante nel perpetuarsi della discriminazione.

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