Gianfranco Pasquino

Memorie dei più potenti del reame

Tony Blair,Un viaggio , Milano, Rizzoli, 2010, pp. 823, € 24,00

George W. Bush, Decision Points, London, Virgin Books, 2010,

Frequentemente, in special modo, ma non soltanto, nei paesi anglosassoni, una volta portato a termine il loro mandato, i più importanti uomini politici (e qualche volta anche le donne, come Margaret Thatcher e Hillary Clinton) scrivono le loro memorie. Lo fanno con diverse motivazioni: certamente per vanità, ma anche per fare soldi. Infatti, spesso preceduti da un imponente battage pubblicitario, i loro libri vendono parecchio. Tuttavia, la motivazione più cogente per uomini e donne che hanno avuto molto potere è quella di mettere nero su bianco la loro interpretazione del perché hanno agito secondo determinate modalità. Un po’ tutti mirano in particolar modo a contrastare preventivamente quanto gli storici scriveranno sul loro esercizio del potere e come lo valuteranno. Non c’è dubbio che la motivazione del contrasto, dell’offrire la loro visione dei fatti e, punto sul quale insiste Bush, delle decisioni prese, è molto sentita dai potenti, ancora di più quando le loro azioni sono state controverse. Comunque, a prescindere da qualsiasi altra considerazione, le memorie dei politici entrano a buon diritto fra le fonti di cui debbono servirsi, seppur criticamente, gli storici. Inoltre, il modo e lo stile con cui i politici raccontano le loro esperienze – e quali esperienze sono state quelle di Blair e di Bush! – consentono di capire meglio non solo che tipo di leader hanno voluto essere e sono stati, ma anche che tipo di persone sono.

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