Michela Nacci

Occidente terra del tramonto

G.E. Rusconi, Cosa resta dell’Occidente, Roma-Bari, Laterza, 2012, pp. 290, € 19.00

POLITICA E SOCIETÀ. Con l’avvento delle nuove potenze economiche come Cina e India e con la crisi economica che affligge Paesi che solo fino a pochi erano le massime potenze dell’economia mondiale, cosa s’intende oggi per Occidente? Un’analisi approfondita che parte dal saggio di Rusconi su come sia cambiato l’occidente dalla fine della Guerra Fredda fino ai giorni nostri.

Che cos’è l’Occidente? Ne parliamo tanto, ne parlano tanto i suoi nemici, ma quando dobbiamo definirlo in modo preciso ci troviamo in difficoltà. È l’Europa? Sono gli Stati Uniti d’America? È il blocco composto da Europa e Stati Uniti magari con l’appendice dell’Australia? Con quale criterio si possono escludere da questo blocco paesi ultraindustrializzati, sviluppati, con governi liberaldemocratici più o meno aperti, come il Giappone? Si risponderà che è determinante la razza, o la storia propria di ogni paese. Già, ma anche gli Stati Uniti sono composti da razze che non sono affatto solo la razza bianca e hanno avuto una storia molto diversa da quella europea: eppure li consideriamo Occidente, addirittura la punta più avanzata dell’Occidente. Si deve concludere che il punto cruciale non è quello della razza né della storia. Evidentemente dobbiamo cercare altri criteri, meno fisico-geografici e forse più culturali, o politici.

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