Lorenzo Pinna

Psicologia dell’elettore

ANTROPOLOGIA E SOCIOLOGIA: Perché nelle democrazie, generalmente, i cittadini sono spesso poco informati sugli affari pubblici e quindi più “vulnerabili” alle varie forme di mistificazione politica e al populismo? Ce ne parla Lorenzo Pinna.

La razionalità dell’ignoranza

«L’arma di cui si servono sia i demagoghi sia i dittatori, che spesso sono le stesse persone e coprono gli stessi interessi, è la semplificazione. Le folle non sopportano i ragionamenti complessi, vogliono risposte immediate, vogliono emozioni forti, vogliono il nemico da abbattere, il traditore da linciare, il bersaglio sul quale concentrare i colpi»1. Così scrive Eugenio Scalfari in un suo editoriale su ‘la Repubblica’. E al di là della specifica analisi che il fondatore del grande quotidiano italiano conduce nel suo articolo, il problema posto da questa precisa osservazione è molto più generale. Perché nelle democrazie i cittadini sono, in media, poco informati sugli affari pubblici e quindi “vulnerabili” a semplificazioni e slogan? Intendendo con “affari pubblici” i vari e complessi meccanismi di leggi, provvedimenti o progetti destinati a influire su aspetti e settori rilevanti della vita economica, sociale, civile e quindi, almeno in piccola parte, anche sul destino del cittadino stesso? Perché è inutile nasconderselo (e per verificarlo basta leggere qualsiasi provvedimento legislativo che affronti temi come l’energia, le infrastrutture, il lavoro, il codice civile o penale etc.), queste materie sono molto complicate e per farsene almeno un’idea, anche molto approssimativa, bisognerebbe “studiarle”, cioè dedicarci un po’ di tempo. E questo al di là delle difficoltà linguistiche, cioè del gergo “burocratese” che, almeno nel nostro paese, rende spesso illeggibili, incomprensibili e persino sgrammaticati molti testi “licenziati” dal Parlamento o proposti da altre agenzie. Anche se fosse possibile e disponibile una traduzione limpida, chiarissima e leggibile , la materia resterebbe, nella gran parte dei casi, comunque complessa e ostica. Il problema era stato già notato da uno dei più grandi “scienziati politici”, Alexis de Tocqueville, quasi due secoli fa, nella sua grande opera sulla Democrazia in America2: «il popolo non trova mai il tempo e i mezzi per dedicarsi a questo compito (cioè capire gli “affari pubblici” N.d.A). È costretto a giudicare in fretta e a vedere soltanto gli aspetti più appariscenti. È questa la ragione per cui ciarlatani di ogni risma conoscono bene il segreto di piacergli, mentre i veri amici, il più delle volte, non ci riescono». Probabilmente la spiegazione di de Tocqueville è la più ragionevole e sensata. I cittadini, a meno che non abbiano interessi particolari a informarsi, sono troppo occupati dalle faccende e dalle vicende della propria vita per dedicare tempo ed energia ad approfondire i complicati meccanismi della vita pubblica. Ma ci sono anche altre spiegazioni.

 

Le 5 “S”

Un’altra spiegazione, che potremmo definire “biologico-evolutiva” non chiarisce direttamente la causa dell’ignoranza degli “affari pubblici”, ma indicando cosa interessa in realtà al grande pubblico e perché, ce ne fornisce una ragione indiretta. Sangue, soldi e sesso.

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