Edward Mendelson

Qual è il lavoro del critico?

da ''The New York Review of Books''

Better Living Through Criticism: How to Think About Art, Pleasure, Beauty, and Truth di A.O. Scott, Penguin, 291 pp., $17.00

This Thing We Call Literature di Arthur Krystal, Oxford University Press, 136 pp., $26.95

Mimesis: The Representation of Reality in Western Literature, di Erich Auerbach, Princeton University Press, 579 pp., $24.95

 

Due libri lucidi e intelligenti, Better Living Through Criticism di A. O. Scott e This Thing We Call Literature di Arthur Krystal, esplorano lo stesso complesso tema: la critica come arte pubblica e servizio pubblico, fatta, comunque, da critici che parlano per se stessi, rivolgendosi a lettori individuali, non a un pubblico collettivo. Entrambi i libri disegnano mappe del controverso limite tra cultura popolare ed elitaria, e trovano modi per attraversarlo senza fingere che non esista.

Scott è un critico di quotidiani e riviste, Krystal un saggista freelance. Entrambi sono tentati dalla nostalgia per la metà del XX secolo, prima che libri e idee perdessero status e potere. Entrambi scrivono fuori dall’accademia ma si interessano di cosa accade al suo interno, ed entrambi si lamentano (nelle parole di Scott) della “normalizzazione e standardizzazione” della critica accademica, che tratta le opere letterarie come prodotti di conflitti sociali, delle pressioni economiche o di altre forze impersonali che operano inavvertite attraverso il linguaggio. Entrambi combattono la nostalgia cercando strade per ripensare i libri e l’arte con rinnovata energia.

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