Comunicato stampa del 12 gennaio 2011

Andrea Segrè analizza su “451” i paradossi della situazione alimentare sul pianeta

NEL 2010 GLI AFFAMATI NEL MONDO CALATI DI 95 MILIONI, MA SI CONTINUA
A MORIRE SIA DI FAME CHE DI OBESITÀ

Secondo la Fao nel 2010 gli affamati sul pianeta sono diminuiti di 95 milioni. Si tratta di un dato certamente incoraggiante, ma la situazione alimentare nel mondo è ancora drammatica e complessa a causa di problematiche spesso anche paradossalmente diverse fra loro.  Basti pensare che nello scorso ottobre sono stati organizzati quasi in concomitanza due eventi legati al tragico problema della fame e dell’alimentazione, la Giornata dell’Obesità e la Giornata Mondiale dell’Alimentazione (rispettivamente il 10 e 16 del mese).

Il professor Andrea Segrè, preside della facoltà di agraria dell’università di Bologna, ha analizzato

la questione in un articolo apparso sul primo numero della rivista “451” disponibile in libreria o al sito 451online.it e accompagnato da un video di grande suggestione fruibile direttamente dalla rivista attraverso il QR o dal sito. Il problema di base è la squilibrata distribuzione di cibo e ricchezza nel mondo, che porta a tre conseguenze molto gravi: l’assenza di cibo (ancora oggi ci sono persone che muoiono di fame), la malnutrizione (paradossalmente l’obesità sta aumentando nei paesi poveri, dove ci si nutre di cibo di scarsa qualità, soprattutto nei centri urbani) e lo spreco di cibo. Segrè tratta ampiamente questi punti soffermandosi sull’ultimo, che ci riguarda da vicino: «In Italia […] emerge che solo nella distribuzione organizzata nel 2009 sono andate perdute 244.250 tonnellate  di cibo ancora perfettamente consumabile […] Tanto cibo da consentire di mettere a tavola – colazione, pranzo e cena – quasi 1 milione di persone al giorno. Ma cosa si sta facendo per risolvere (almeno in parte) questo problema? Stanno nascendo delle realtà interessanti, fra cui quella fondata da Segrè stesso, Last Minute Market, un luogo di raccolta e distribuzione del cibo invenduto nei grossi supermercati ma ancora ampiamente utilizzabile. E’ un primo passo importante, ma occorrerebbe una politica del Paese contro lo spreco.

Bologna, 12 gennaio 2011

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