In Italia
ASSAGO (MILANO)
Teatro della Luna. Flashdance – il musical. Dal film degli anni Ottanta un musical interpretato da un cast d’eccezione, diretto dall’americano G. Casale e coreografato da G. Davies (fino al 23 gennaio). Via Giuseppe di Vittorio 6.
Tel. 119128800.
BOLOGNA
Teatro delle Celebrazioni. Evolution dance – Firefly, uno spettacolo dove protagoniste sono le illusioni visive in un connubio fra danza, teatro, acrobazia e moderni macchinari scenici (28 e 29 gennaio). Via Saragozza 234.
Tel. 0516176130.
Arena del Sole. Il berretto a sonagli, commedia di L. Pirandello, diretto da G. Dipasquale e con P. Caruso (dal 19 al 23 gennaio). Piazza Italia, il romanzo di A. Tabucchi che ha per tematica il Risorgimento, interpretato da M. Baliani (dal 25 al 27 febbraio). Via Indipendenza 44.
Tel. 0512910910.
CREMONA
Teatro Ponchielli. Il bugiardo di C. Goldoni, che ha saputo ancora una volta raccontarci l’uomo, nelle sue misere debolezze, per la regia di P. Valerio, con F. Neri (dal 18 al 22 gennaio).Corso Vittorio Emanuele II 52. Tel. 0372022001.
FERRARA
Teatro Comunale. Tutto su mia madre, adattamento teatrale del famoso film di P. Almodóvar, con la regia di L. Muscato (dal 20 al 23 gennaio). Nihon no uta: la canzone giapponese, con M. Kamija soprano e M. Giardini al pianoforte (il 5 febbraio). Corso Martiri della Libertà 5.
Tel. 053202675.
FIRENZE
Teatro Puccini. Love Machines è un viaggio fra le macchine ideate da Leonardo da Vinci, uno spettacolo che unisce danza, drammaturgia e acrobazie: la compagnia Kataklò è coreografata e diretta da G. Staccioli (dal 3 al 5 febbraio). Via delle Cascine 41.
Tel. 055362067.
Teatro della Pergola. Le signorine di Wilko, romanzo di J. Iwaszkiewicz, importante figura della letteratura polacca, è stato messo in scena da A. Hermanis e interpretato da S. Romano (dal 18 al 23 gennaio). L’Avaro di Molière in una personale interpretazione di L. De Filippo, in un’ambientazione del tutto nuova: Napoli (dal 1 al 6 febbraio). Via della Pergola 18/32.
Tel. 0552264353.
MILANO
Teatro alla Scala. Cavalleria Rusticana – Pagliacci: le due opere di P. Mascagni e R. Leoncavallo dirette da D. Harding, per la regia di M. Martone (dal 16 gennaio al 5 febbraio). L’histoire de Manon è interpretato da R. Bolle e M. Murru, coreografati da K. MacMillan, che ha saputo adattare la storia di Manon Lescaut a uno spettacolo di danza eccellente (dal 27 gennaio all’11 febbraio). Via Filodrammatici 2. Tel. 0272003744.
NAPOLI
Teatro San Frediano. La trilogia degli occhiali, la commedia di E. De Filippo è diretta da E. Dante (da 25 gennaio al 6 febbraio). Piazza Eduardo De Filippo 20. Tel. 081291878.
Teatro San Carlo. La serva padrona di G. B. Pergolesi viene eseguita dall’Orchestra Teatro San Carlo per la regia di M. Bauduin (dal 12 al 30 gennaio). Beethoven: recital di pianoforte di M. Pollini (il 10 febbraio). Via San Carlo 98F.
Tel. 0817972111.
ROMA
Teatro Prati. L’ospite gradito, tre atti comici di P. De Filippo, per la regia di F. Gravina (fino al 30 gennaio). Via degli Scipioni 98. Tel. 0639740503.
Teatro Argentina. Aspettando Godot: U. Pagliai interpreta questo capolavoro beckettiano (dal 18 al 30 gennaio). Via di Torre Argentina 52.
Tel. 0668804601.
Teatro Valle. Vedova Socrate è un assolo di F. Valeri che interpreta Santippe, la sposa di Socrate che, ormai vedova, fa un bilancio della sua vita (dal 25 al 28 gennaio). Via del Teatro Valle 21. Tel. 0668803794.
SIENA
Teatro dei Rinnovati. Le allegre comari di Windsor di W. Shakespeare, diretto da F. Grossi e con L. Gullotta nei panni di sir John Falstaff (dall’11 al 13 gennaio). Piazza Il Campo I, cortile del Podestà. Tel. 0577292265.
TORINO
Teatro Regio. Parsifal di R. Wagner, dramma sacro in tre atti tratto dal romanzo Pazifal di W. von Eschenbach (dal 26 gennaio al 6 febbraio). Piazza Castello 215. Tel. 0118815557.
UDINE
Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Donna Rosita Nubile, opera teatrale di F. García Llorca, diretta da L. Pasqual (dal 26 al 29 gennaio). Murray Phenia, importante pianista americano, in concerto di nuovo a Udine dopo il successo della stagione 2008/2009 (11 febbraio). Via Trento 4. Tel. 0432248418.
Nel Mondo
LIPSIA
Oper Leipzig. Carmina Burana, spettacolo di danza della compagnia Leipziger Ballett diretta da M. Schröder, sulle musiche di C. Orff (il 28 e 30 gennaio e il 5 febbraio; altre date nel corso del 2011 fino al 1 luglio). Evita, il celebre musical dedicato a Evita Peron di T. Rice e A. Lloyd Webber, festeggia il suo trentesimo anniversario; in lingua originale, con sottotitoli in tedesco (dal 15 al 20 febbraio). Oper Leipzig, Augustusplatz 12. www.oper-leipzig.de.
MONACO DI BAVIERA
Nationaltheater/Bayerische Staatsoper. Lohengrin, l’opera di R. Wagner, eseguita da The Bavarian State Orchestra, diretta da K. Nagano, con B. Heppner nel ruolo del protagonista (dal 16 gennaio al 3 febbraio). Max-Joseph-Platz. www.bayerische.staatsoper.de.
Staatstheater am Gärtnerplatz. L’italiana in Algeri, opera comica in due atti di G. Rossini: dirige L. Beikircher, regia di T. Enzinger (il 14, 21 e 27 gennaio e l’8 e 19 febbraio, altre date nel corso del 2011 fino al 26 giugno). Der nussknacker, celeberrimo balletto di P.-I. Ciaikovskij, coreografato da H. Henning Paar (fino al 4 febbraio). Gärtnerplatz 3.
www.staatstheater-am-gaertnerplatz.de.
NEW YORK
Metropolitan Opera House. La Traviatadi G. Verdi, prodotto da W. Decker, con costumi e scenografie contemporanei (fino al 29 gennaio). Lincoln Center. www.metoperafamily.org.
John Golden Theatre. Driving Miss Daisy, la famosa commedia di A. Uhry, con V. Redgrave, diretto da D. Esbjornson (fino al 30 gennaio). 252 West 45th Street. +12122396200.
PARIGI
Opéra National de Paris.Madama Butterfly di G. Puccini, eseguita dalla Paris Opera Orchestra and Chorus, diretta da M. Benini, e con M. Carosi nel ruolo della protagonista (dal 16 gennaio al 14 febbraio). Caligula, il balletto di N. Le Riche, eseguito dal The Étoiles, Principal Dancers and Corps de Ballet del teatro, racconta la vita dell’imperatore romano Caligola (dal 31 gennaio al 24 febbraio). Opéra National de Paris, varie sedi. www.operadeparis.fr.
Sotto l’occhio vigile di Sua Maestà
Quando la regina Elisabetta I apprese, nell’Enrico V,la notiziadella morte di sir John Falstaff, curioso personaggio dell’Enrico IV, ne fu dispiaciuta a tal punto che chiese espressamente a Shakespeare di “resuscitarlo” scrivendo una commedia che addirittura l’avesse per protagonista. Così, in soli quattordici giorni, fu realizzato Le allegre comari di Windsor.
Questo aneddoto ha decisamente colpito il regista Fabio Grossi, come dimostra la scenografia da lui pensata per la messinscena della commedia, che sarà in tour in Italia nei primi mesi del 2011 e poi nel 2012. È una vera sorpresa vedere che, quando il sipario si alza, l’unica struttura presente al centro del palco è una statua di almeno quattro o cinque metri della regina Elisabetta seduta, con tanto di corona, ventaglio e ricche gonne e sottogonne. L’effigie ci fa così immancabilmente ricordare quanto la regina abbia contribuito allo sviluppo culturale della città, promuovendo la nascita di un “teatro nazionale” e favorendo la costruzione dei famosi teatri lignei londinesi; ella amava assistere alle commedie di Shakespeare ed è stato addirittura ipotizzato che si recasse direttamente a teatro fra il suo popolo per vedere gli spettacoli (basta ricordare quanto mostrato nel film Shakespeare in love, dove le ambientazioni e i costumi storici del periodo elisabettiano sono stati fedelmente ricostruiti): oggi, come allora, la sua figura torna a teatro per godere ancora una volta di una rappresentazione che amò. Ma non è tutto, perché la grande statua funge da vera e propria scenografia “mobile”: le sue gonne, in tessuto, di volta in volta si aprono lateralmente fungendo da sfondi per le varie situazioni e lasciando scoperte le gambe, che diventano strutture sceniche (talvolta alberi, talvolta colonne di una casa borghese ecc.). Può sembrare dissacrante, ma è in linea con il tema della rappresentazione: la beffa, un topos della novellistica italiana del Trecento che Shakespeare dimostra di conoscere bene.
Dinanzi alla regina si sviluppa la commedia di Falstaff, con «la sua sovrabbondante figura, la sua pletorica simpatia cialtrona, il suo amore per la crapula e il bicchiere e la sua irresistibile, endemica disonestà viziosa e bonaria». Il personaggio si svela nella straordinaria comicità, profondamente malinconica, di un borghese caduto in miseria, che, per cercare di ottenere soldi, finge di corteggiare le mogli di due ricchi signorotti, le quali però, scoperto l’inganno, si faranno beffa di lui.
La messinscena di Grossi è senza dubbio interessante. È riuscito a restituire il ritmo veloce e incalzante che lo stesso Shakespeare aveva voluto e si è avvalso di un cast di attori giovani e brillanti. Ma la punta di diamante è Falstaff, mirabilmente interpretato da Leo Gullotta: la sua bravura emerge con evidenza, nonostante la figura mingherlina dell’attore si riconosca a stento sotto un costume-scafandro che l’appesantisce. E così, fra beffati e beffatori, doppi sensi e scene maliziose, momenti di riso e di melanconia, si sviluppa questa “commedia umana”, che risulta anche una finestra aperta sulla fine del Cinquecento, il secolo in cui l’emergere della potenza economica del ceto mercantile aveva già favorito l’affermarsi della Riforma: l’opera teatrale riesce efficacemente a immergerci in quella realtà.