Comunicato stampa del 22 marzo 2011

Su “451” un saggio di Pasquino sul Nordafrica e molte altre tematiche

Quale scenario in Nordafrica quando le armi taceranno?

Quale sarà lo scenario in Nordafrica quando le armi taceranno? E’ questo il tema che affronta il professor Gianfranco Pasquino nel suo editoriale sul numero quattro di “451” la rivista che ospita numerosi articoli della ‘New York Review of Books’ e importanti contributi di autori italiani ed è disponibile nelle librerie e può essere letta anche al sito internet www.451online.it.

Il numero quattro di “451” è particolarmente ricco e offre la possibilità per alcuni articoli di accedere al video, tramite codice QR presente sul cartaceo oppure tramite sito internet. Una tematica connessa a quella affrontata da Pasquino è quella sviluppata dall’ex Vice-Segretario Generale delle Nazioni Unite Brian Urquhart che, col suo articolo “Rivoluzione non violenta?”, ripercorre la storia delle più importanti forme di protesta non violente, da Gandhi, Martin Luther King Jr., Nelson Mandela, fino a giungere a quelle nordafricane.

Di argomento completamente diverso, ma ugualmente attuale, è la recensione di Joyce Carol Oates sul film The Fighter, uscito in questi giorni nelle sale italiane, dopo il successo ottenuto alla serata degli Oscar (ha vinto ben due statuette, assegnate a Christian Bale e Melissa Leo, per la loro interpretazione da attori non protagonisti).

Roberto Saviano è oggetto dell’articolo del prof. Petroni, “Roberto Saviano: moderno Leonida o “eroe di carta”? ”. Il coraggioso scrittore, giustamente considerato un eroe contro il cancro della camorra, viene criticato da una nutrita parte di letterati e professori, che considera i suoi libri e la sua scrittura non inquadrabile in un genere letterario preciso. Critica “squisitamente formale”, che Franco Petroni contesta, considerandola vuota e inutile (oltre che errata).

Andrea Segrè, nella seconda uscita della sua rubrica 451 parole, parla di terraa, cioè dell’importanza vitale che ha il suolo sul nostro pianeta, e condanna l’uso e l’abuso che se ne sta facendo, costruendo senza sosta ed evitando di sfruttare e recuperare terreni inutilizzati.

‘451’ si misura anche con un problema sociale che tocca indistintamente tutte le nazioni sviluppate: il lavoro. Andrew Hacker, in “Dove troveremo lavoro?”, analizza la difficoltà che i giovani riscontreranno nel trovare un’occupazione: quali saranno i nuovi tipi di lavoro richiesti? A che cosa servirà la laurea? Come vengono sfruttati gli immigrati? Pur parlando degli USA, il saggio stupisce per la sua attualità e vicinanza alla situazione europea e italiana.

L’evoluzione della comunicazione e i rapporti fra uomini e animali sono gli argomenti scientifici affrontati da ‘451’. Il fisico Freeman Dyson ripercorre la storia delle forme di comunicazione, dal telegrafo alle moderne tecnologie della rete. Tim Flannery, in “Tigri, uomini e lumache”, recensisce due libri (di cui The Tiger verrà presto trasposto al cinema da Aronofsky, il regista de Il cigno nero, e con la partecipazione di Brad Pitt), e coglie l’occasione per raccontare due modi diversi di approcciarsi agli animali: dalla singolare e intima amicizia fra una donna inferma e una lumaca al confronto ad armi pari fra una tigre siberiana assassina e il suo cacciatore.

Luca Alvino traccia un percorso tematico all’interno dell’opera di Abraham B. Yehoshua, uno degli scrittori israeliani contemporanei più famosi e prolifici, sottolineando in modo particolare alcuni aspetti che ritornano nelle sue opere: la responsabilità, il feticismo e l’importanza dell’arte.

La memoria dell’Olocausto, come fu vissuto nell’Europa dell’Est, viene rinfrescata dalla penna dello storico Timothy Snyder, che, sulla base documenti e testimonianze di europei, ebrei e non ebrei, ricostruisce questo pezzo di storia e ne fa un’analisi critica e storiografica.

Bologna, 23 marzo 2011

COMUNICATO STAMPA

Su “451” un saggio di Pasquino sul Nordafrica e molte altre tematiche

Quale scenario in Nordafrica quando le armi taceranno?

Quale sarà lo scenario in Nordafrica quando le armi taceranno? E’ questo il tema che affronta il professor Gianfranco Pasquino nel suo editoriale sul numero quattro di “451” la rivista che ospita numerosi articoli della ‘New York Review of Books’ e importanti contributi di autori italiani ed è disponibile nelle librerie e può essere letta anche al sito internet www.451online.it.

Il numero quattro di “451” è particolarmente ricco e offre la possibilità per alcuni articoli di accedere al video, tramite codice QR presente sul cartaceo oppure tramite sito internet. Una tematica connessa a quella affrontata da Pasquino è quella sviluppata dall’ex Vice-Segretario Generale delle Nazioni Unite Brian Urquhart che, col suo articolo “Rivoluzione non violenta?”, ripercorre la storia delle più importanti forme di protesta non violente, da Gandhi, Martin Luther King Jr., Nelson Mandela, fino a giungere a quelle nordafricane.

Di argomento completamente diverso, ma ugualmente attuale, è la recensione di Joyce Carol Oates sul film The Fighter, uscito in questi giorni nelle sale italiane, dopo il successo ottenuto alla serata degli Oscar (ha vinto ben due statuette, assegnate a Christian Bale e Melissa Leo, per la loro interpretazione da attori non protagonisti).

Roberto Saviano è oggetto dell’articolo del prof. Petroni, “Roberto Saviano: moderno Leonida o “eroe di carta”? ”. Il coraggioso scrittore, giustamente considerato un eroe contro il cancro della camorra, viene criticato da una nutrita parte di letterati e professori, che considera i suoi libri e la sua scrittura non inquadrabile in un genere letterario preciso. Critica “squisitamente formale”, che Franco Petroni contesta, considerandola vuota e inutile (oltre che errata).

Andrea Segrè, nella seconda uscita della sua rubrica 451 parole, parla di terraa, cioè dell’importanza vitale che ha il suolo sul nostro pianeta, e condanna l’uso e l’abuso che se ne sta facendo, costruendo senza sosta ed evitando di sfruttare e recuperare terreni inutilizzati.

451’ si misura anche con un problema sociale che tocca indistintamente tutte le nazioni sviluppate: il lavoro. Andrew Hacker, in “Dove troveremo lavoro?”, analizza la difficoltà che i giovani riscontreranno nel trovare un’occupazione: quali saranno i nuovi tipi di lavoro richiesti? A che cosa servirà la laurea? Come vengono sfruttati gli immigrati? Pur parlando degli USA, il saggio stupisce per la sua attualità e vicinanza alla situazione europea e italiana.

L’evoluzione della comunicazione e i rapporti fra uomini e animali sono gli argomenti scientifici affrontati da ‘451’. Il fisico Freeman Dyson ripercorre la storia delle forme di comunicazione, dal telegrafo alle moderne tecnologie della rete. Tim Flannery, in “Tigri, uomini e lumache”, recensisce due libri (di cui The Tiger verrà presto trasposto al cinema da Aronofsky, il regista de Il cigno nero, e con la partecipazione di Brad Pitt), e coglie l’occasione per raccontare due modi diversi di approcciarsi agli animali: dalla singolare e intima amicizia fra una donna inferma e una lumaca al confronto ad armi pari fra una tigre siberiana assassina e il suo cacciatore.

Luca Alvino traccia un percorso tematico all’interno dell’opera di Abraham B. Yehoshua, uno degli scrittori israeliani contemporanei più famosi e prolifici, sottolineando in modo particolare alcuni aspetti che ritornano nelle sue opere: la responsabilità, il feticismo e l’importanza dell’arte.

La memoria dell’Olocausto, come fu vissuto nell’Europa dell’Est, viene rinfrescata dalla penna dello storico Timothy Snyder, che, sulla base documenti e testimonianze di europei, ebrei e non ebrei, ricostruisce questo pezzo di storia e ne fa un’analisi critica e storiografica.

Bologna, 23 marzo 2011

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