Il 2011 è stato un anno insolitamente positivo per il compianto Terence Rattigan: il suo testo teatrale Man and Boy (“Uomo e ragazzo” la storia attualissima del crollo di un finanziere) è in scena a Broadway con protagonista Frank Langella nella sua prima produzione newyorkese dagli anni Sessanta, mentre un film tratto da The Deep Blue Sea (“Il profondo mare azzurro”), con Rachel Weisz nei panni della moglie di un giudice che scappa con un aviatore, è uscito nelle sale alla fine di novembre in Gran Bretagna e in dicembre negli Stati Uniti. L’anno scorso è stato il centenario della nascita di Rattigan (morto nel 1977) e ha portato con sé la consueta rivalutazione che avviene in simili ricorrenze. Per anni, almeno agli occhi della critica, anche se non delle platee del West End, le sue eleganti storie sull’angoscia repressa delle classi privilegiate non hanno potuto competere con il realismo operaio di John Osborne e degli altri drammaturghi “giovani arrabbiati”. Ma stiamo imparando a riconsiderare le cose.
Mary Beard
I classici hanno un futuro?
da ''The New York Review of Books''LETTERATURA. Qual è la funzione attuale dei testi classici? Possono ancora dare un contributo alla nostra cultura? Può avere ancora un senso lo studio del Latino e del Greco? La classicista Mary Beard, cerca di rispondere a queste e a molte altre domande.