Robert Pogue Harrison

Il libro da cui scaturisce la nostra letteratura

da ''The New York Review of Books''

Robert Alter, Pen of Iron: American Prose and the King James Bible Princeton University Press, 198 pp., $19.95
Idem,The Wisdom Books: Job, Proverbs, and Ecclesiastes
(tradotto dall’ebraico con commento), Norton, 394 pp., $17.95
Timothy Beal, The Rise and Fall of the Bible: The Unexpected History of an Accidental Book, Houghton Mifflin Harcourt, 244 pp., $25.00
Harold Bloom, The Shadow of a Great Rock: A Literary Appreciation of the King James Bible, YaleUniversity Press, 311 pp., $28.00
Gordon Campbell, Bible: The Story of the King James Version, 1611–2011, Oxford University Press, 354 pp., $24.95
Bart D. Ehrman and Zlatko Pleše, The Apocryphal Gospels: Texts and Translations, OxfordUniversity Press, 611 pp., $35.00
Liana Lupas, On Eagles’ Wings: The King James Bible Turns 400, MOBIA, 168 pp., $29.95
Helen Moore and Julian Reid, Manifold Greatness: The Making of the King James Bible, Bodleian Library, 208 pp., $35.00
David Teems, Majestie: The King Behind the King James Bible,
Thomas Nelson, 301 pp., $14.99

LETTERATURA. Il 2011 è stato l’anno del quattrocentesimo anniversario della pubblicazione della Bibbia di re Giacomo, libro che ha profondamente influenzato la lingua e la letteratura anglosassone nel corso dei secoli. Robert Pogue Harrison ci racconta la storia di questo testo fondamentale.

Anche se ha lasciato nella sua scia numerosi libri eccellenti, il quarto centenario dalla pubblicazione della Bibbia di re Giacomo (KJB1), è giunto, ed è passato, senza nessuna delle letture pubbliche di alto profilo e della fanfara che nel 1911 aveva contraddistinto il suo trecentesimo anniversario. Una sostanziale maggioranza di americani può ancora “credere in Dio”, eppure il libro che era approdato in America nel diciassettesimo secolo aiutando a generare su quel continente quella che Lincoln chiamava una “nuova nazione” sta rapidamente diventando una terra incognita. Sia nella versione di re Giacomo sia in una delle traduzioni più recenti, la Bibbia non viene letta, né in silenzio né ad alta voce, e tantomeno memorizzata in modo lontanamente paragonabile a quanto lo era un secolo fa, al tempo in cui Theodore Roosevelt e Woodrow Wilson avevano esaltato la KJB come il “libro nazionale americano”.

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