Paolo Trovato

Medioevo e Rinascimento – Maggio 2013

Al suo ritorno da una almeno decennale missione in Oriente, il francescano Odorico da Pordenone (1275 ca-1331) ha dettato nel 1330 a un confratello un resoconto dei suoi viaggi in Persia, India e Cina ricco di notizie, a volte fantasiose, ottenute da informatori orientali. [...]

Alvise Andreose, La strada, la Cina, il cielo. Studi sulla Relatio di Odorico da Podernone e sulla sua fortuna romanza, Soveria Mannelli, Rubettino, 2012, pp. 224, € 14,00.

Al suo ritorno da una almeno decennale missione in Oriente, il francescano Odorico da Pordenone (1275 ca-1331) ha dettato nel 1330 a un confratello un resoconto dei suoi viaggi in Persia, India e Cina ricco di notizie, a volte fantasiose, ottenute da informatori orientali. Questo testo latino, noto come Itinerarium o Relatio, ha avuto, in latino o in traduzione (in italiano, francese, tedesco, spagnolo, gallese) un successo notevole − non meno di 110 manoscritti e varie edizioni a stampa − anche perché ha introdotto o rilanciato nella cultura europea una serie di temi legati ai misteri e alle meraviglie dei paesi esotici (le Amazzoni, i Cinocefali, i Pigmei, gli uomini con un piede solo…): prontamente riciclate da quel Salgari del Trecento che fu Jean de Mandeville, autore verso la metò del XIV secolo di un Livre di viaggi (mai fatti) che conobbe una diffusione straordinaria (quasi 300 manoscritti in 10 lingue, 46 edizioni a stampa nel solo XV secolo). Andreose, specialista, tra l’altro, di studi odoriciani e editore di un paio di versioni romanze della Relatio, fa il punto in questo libro sulla figura, ancora poco nota, del frate esploratore, sui suoi viaggi, sulla sua fortuna letteraria.

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