Una pillola per amico

Nelle favole è una bacchetta magica a realizzare i nostri desideri, ma nella vita reale sembra essere stata sostituita da una pillola: facilmente reperibile, digeribile e colorata, considerata come una sorta di “panacea” grazie alla quale possiamo diventare più sereni, forti e concentrati.
Come tutti sappiamo, la felicità ha un prezzo e la maggior parte delle volte è piuttosto salato, non solo per la salute, ma anche per il portafoglio: le grandi multinazionali che producono “rimedi tuttofare” hanno pensato bene di sfruttare le nostre debolezze per trarci in inganno.
Sul mercato si trovano tantissime pillole per “alleviare” i disturbi di varia natura, tanto che a volte non riusciamo a scegliere il rimedio giusto, trovandoci spaesati davanti agli scaffali ricolmi di prodotti che possono andare dai classici “rimedi della nonna” come tisane, infusi e tè, fino alle pastiglie dai colori più strambi con sapori fruttati (o almeno il sapore è riconducibile ad un certo tipo di frutto).
Un altro dato allarmante deriva dagli abituali frequentatori di palestre: si sta alimentando l’abitudine sbagliata, soprattutto ai livelli più bassi, di utilizzare steroidi, creatina e aminoacidi ramificati, ma sarebbe bene informarsi anche sui loro effetti a lungo termine.
Spesso mi capita di ascoltare conversazioni o di chiedere consigli per qualche disturbo fisiologico e devo dire che ogni parere appare sempre più disparato: perché tutti hanno un’opinione diversa in proposito? A chi bisogna dare ascolto?
Dati alla mano, le preoccupazioni dovrebbero crescere: giovani ed adulti comprano anfetamine per aumentare il loro grado di concentrazione, altri utilizzano pillole stimolanti pensando di poter diventare più attivi e dinamici.
Tra gli artisti si è diffuso l’uso di betabloccanti per risolvere il problema dell’ansia prima di una performance davanti al pubblico, come se in questo modo potessero affrontare tutto con più tranquillità.
In Italia la spesa per questo genere di pillole è pari a 3,17 miliardi di euro, per non parlare della diffusione di integratori alimentari antistress prodotti in capsule facilmente assimilabili.
Oltre alle farmacie anche le erboristerie offrono rimedi per ogni malessere e la cosa che più mi ha colpita è che alcuni studenti, soprattutto quelli universitari, utilizzano diverse pillole pensando di poter aumentare la loro concentrazione e il loro grado di memoria.
I risultati, più o meno soddisfacenti, derivano dall’assunzione di queste o dalle capacità della persona?
Perché vogliamo auto-illuderci spendendo soldi che alimentano questo “mercato”?
Forse la risposta già la conosciamo, ma la nostra bonaria ingenuità fatta di illusioni e soluzioni a portata di pillola è talmente allettante da non riuscire proprio a farne a meno.

proposto dalla lettrice
Manuela Bighi

18/04/2011

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