Franco Petroni

Fiction – Zio Gabriello

‘451’ propone una rubrica di narrativa inedita all’interno della quale diamo spazio a racconti, incipit ed estratti di romanzi, incoraggiando da parte dei nostri lettori l’invio di un testo di circa 14.000 battute all’e-mail 451@econometrica.it

Lo zio Gabriello era zio di mio nonno. Quando mio nonno aveva settant’anni, lui ne aveva novanta. Siccome aveva visto morire tanti della sua famiglia, genitori e fratelli e alcuni dei nipoti e pronipoti e la sua moglie e le sue due figlie, era convinto che lui non sarebbe morto mai, e questo lo impegnava a proteggere i giovani che avevano la debolezza di ammalarsi e morire. Arrivava quand’era ancora buio, alle sei, qualche volta anche prima, nelle mattinate gelide d’inverno, senza il cappotto che lo faceva sudare ma col berretto in testa, perché, traversando a piedi un tratto di lago ghiacciato nel Michigan per andare in miniera, una volta che tirava vento forte gli era venuto il raffreddore e gli era rimasta un po’ di sinusite. Avrebbe voluto prendere la corriera ma questa partiva troppo tardi, perciò di solito preferiva fare a piedi gli otto chilometri che c’erano tra il paese, dove lui, tornato dall’America, si era comprato la casa, e la città dove abitavamo noi. Arrivato in città, per prima cosa andava a trovare «quei due ragazzi», cioè Pasquale ed Evelina, i miei nonni.

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