Ingrid Rowland

Raffaello, il genio delicato

da ''The New York Review of Books''

Late Raphael, mostra tenutasi recentemente al Museo Nacional del Prado e al Musée du Louvre. Catalogo della mostra a cura di Tom Henry e Paul Joannides, Museo Nacional del Prado, 382 pp., € 35.

Visione di Ezechiele, un’opera a cui hanno messo mano sia Raffaello sia Giulio Romano1, è un dipinto di piccole dimensioni che, nella sua sede abituale – una parete della Galleria Palatina a Palazzo Pitti in Firenze – è collocato fra molteplici altre opere, molte delle quali reclamano attenzione.

Visione di Ezechiele, un’opera a cui hanno messo mano sia Raffaello sia Giulio Romano1, è un dipinto di piccole dimensioni che, nella sua sede abituale – una parete della Galleria Palatina a Palazzo Pitti in Firenze – è collocato fra molteplici altre opere, molte delle quali reclamano attenzione. Per esempio La bella di Tiziano e Ritratto di donna (La velata) di Raffaello fanno a gara in quanto a sensualità delle superfici: dei velluti e delle sete, delle perle, dei capelli, o anche del corpo. Poco oltre vediamo, sempre per mano di Raffaello, il ritratto di Tommaso Inghirami2, strabico e ispirato, le vene che sembrano pulsare sotto la pelle, e possiamo osservare la rotonda compattezza che conferisce intimità alla sua Madonna della seggiola.

Frastornato in questa clamorosa bellezza, il visitatore sarà perdonato se gli è sfuggito quanto gli offre Visione di Ezechiele, oltre alla strana immagine di Dio che discende in una nuvola di mostri apocalittici: un paesaggio infinitesimale con un piccolo Ezechiele sullo sfondo, non più grande di un pesciolino d’argento, trafitto da una raffica di luce celestiale.

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