JASON FELCH E RALPH FRAMMOLINO, Chasing Aphrodite. The Hunt for Looted Antiquities at the World’s Richest Museum, Orlando, Houghton Mifflin Harcourt, pp. 375, $ 28,00
1.
Il 5 agosto del 70 a.C., all’una e mezza del pomeriggio, ebbe inizio a Roma un’importante causa penale. Un giovane procuratore di nome Marco Tullio Cicerone conduceva contro Gaio Verre, un anziano funzionario romano, l’accusa di concussione e malgoverno durante il suo incarico come propretore in Sicilia. «Per tre lunghi anni ha depredato e saccheggiato la provincia a tal punto che riportarla al suo stato precedente non è più possibile» proclamò Cicerone nella sua coraggiosa orazione iniziale.
Verre aveva conoscenze importanti, e il caso sembrava avere poche possibilità. Imperterrito, Cicerone affermò che i suoi crimini erano talmente numerosi che era arduo tenerne traccia: aveva saccheggiato il tesoro, corrotto i tribunali, rubato il grano ai contadini, ed era connivente con i pirati; aveva imprigionato chiunque non gli piacesse (o i mariti delle donne che desiderava) nelle latomie, la terrificante prigione scavata nella roccia vicino Siracusa, o semplicemente li aveva crocefissi.