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Gli ammiratori dei romanzi acuti e profondamente studiati di Jonathan Franzen sulla vita familiare americana contemporanea – Le correzioni e Libertà – troveranno che il nuovo romanzo, Purity[1], parte dalla sua precedente fedeltà al realismo comico, la sua è una narrazione complessa di destini intrecciati e paralleli, crimini internazionali e oscuri segreti, una girandola di eventi che si svolgono alla velocità di una favola o di un libro di fumetti. C’è la storia di Pip, che cerca di sapere chi sia il padre; c’è quella di Andreas, operatore di un sito internet segreto, famoso in tutto il mondo, che agisce dalla Bolivia, dopo aver trascorso l’infanzia sotto il comunismo a Berlino Est; c’è quella di Tom e Leila, giornalisti a Denver, che scoprono un intreccio alla Stranamore per rubare una bomba nucleare; c’è quella di una donna solitaria che non vuole dire il suo vero nome alla figlia; e molto di più.
In uno dei suoi saggi (Mr. Difficult), Franzen distingue tra un tipo di romanzo, che lui definisce di “Status” come quelli scritti da Flaubert, Proust, Kafka e in particolare William Gaddis, che favoriscono «il discorso sul talento e quello sul valore storico-artistico», e il tipo di romanzi che a lui piace leggere e in cui crede, e che definisce i romanzi “Contratto”. Il riferimento è al patto tra scrittore e lettore che vuole che entrambi si aspettino che i romanzi siano piacevoli, che ispirino e che vendano. Purity cerca di avere le qualità del romanzo di “Status”, nella sua cronologia complicata e nella sua ambiziosa gamma di preoccupazioni morali, ma nelle sue sequenze mozzafiato di eventi e scene di sesso esplicito cerca anche di soddisfare le regole del romanzo “Contratto”.