ALLEN SHAWN, Twin. A Memoir, New York, Viking, pp. 232, $ 25,95
Oggi che i memoir sono diventati, in larga misura, l’equivalente letterario della TV-verità, dove gli editori propongono al pubblico una serie infinita di scrittori desiderosi di mettere in piazza le loro vite fatte di abusi, di alcolismo, di fame, vite neglette, mutilate, ingannate, vendute, vite fatte di chirurgia dentale senza anestesia (ops!, era «invenzione») – è un toccasana – quasi uno shock – leggere Twin, lo scrupoloso libro di Allen Shawn. Certo, in quanto ultimogenito di William Shawn, il celebre direttore del ‘New Yorker’, e fratello minore dell’attore e commediografo Wallace Shawn, avrebbe avuto quintali di materiale su cui lavorare, se solo avesse scelto di seguire quella sirena. (Per esempio la relazione lunga quarant’anni tra il padre e la giornalista del ‘New Yorker’ Lillian Ross, paragonabile a un secondo matrimonio vissuto in parallelo). Allen, che si guadagna da vivere come compositore e docente di musica al Bennington College, ha scritto invece un genere di toccata e fuga che si pone domande sulla sua stessa identità e sulla sua storia personale – e se le pone cercando risposte, dimostrando così, grazie alla sincerità della sua ricerca e alla profondità dello scavo interiore, le potenzialità del memoir.