Gianfranco Pasquino

Lo spread dei partiti

FABRIZIO DI MASCIO, Partiti e Stato. Le nomine pubbliche tra clientelismo e spoils system, Bologna, Il Mulino, 2012, pp. 271, Euro 26,00

POLITICA: I partiti italiani, con il susseguirsi di scandali che li coinvolgono, sono piombati al 4% di popolarità fra gli elettori italiani, mentre il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo continua a crescere vertiginosamente. Ma l’impopolarità dei partiti italiani, il loro spread rispetto alle esigenze dei cittadini, si tradurrà presto in un vero e proprio default, ovvero un rigetto definitivo senza riscatto?

Piombati vertiginosamente al 4 per cento di popolarità fra gli elettori italiani, i partiti non sembrano in grado di rilanciarsi. Nonostante questo potente segnale, i dirigenti dei partiti italiani non sembrano particolarmente preoccupati da questa situazione senza precedenti e senza confronti. Piuttosto, dedicano il loro tempo e le loro manovre a posizionarsi per il dopo governo dei tecnici il quale, insieme all’ascesa apparentemente irresistibile del Movimento Cinque Stelle, costituisce una peculiarità tutta italiana, a sua volta il prodotto del discredito dei partiti. Di tanto in tanto, i mass media raccontano che i partiti stanno procedendo ad una autoriforma. In Parlamento, a sessantaquattro anni dall’approvazione della Costituzione, si sta discutendo su come dare attuazione all’articolo 49 che “disciplina” i partiti.

Questo contenuto è riservato ai soli membri di Annuale Online
Accedi Registrati.
Print Friendly, PDF & Email
Invia una mail per segnalare questo articolo ad un amico