Radio3suCarta. Il pensiero musicale del novecento (2° parte)

RADIO 3 SUITE LEZIONI DI MUSICA è un programma radiofonico realizzato dalla Rai, per RadioTre, andato in onda il sabato e la domenica alle 9:30. La trasmissione propone una serie di ventisei lezioni di musica, a cura di Giovanni Bietti, con protagonisti esperti musicologi e musicisti italiani. È un’iniziativa a scopo didattico e divulgativo, sostenuta dalla Fondazione Musica per Roma e dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con il patrocinio degli Amici di Santa Cecilia. Nelle ultime due puntate trasmesse il 24 e 25 settembre 2011, viene presentato un percorso intorno al pensiero musicale del Novecento, condotto da Guido Barbieri. Il musicologo Barbieri ci introduce nel mondo della musica novecentesca, partendo proprio dalla definizione di “musica contemporanea”, ponendo come esempi delle tappe di questo viaggio musicale degli “oggetti sonori”, spaziando da Mahler a Puccini, da Brahms a Schönberg, via via fino a Boulez e Debussy, e affidandosi alle prospettive storiografiche che hanno rivoluzionato la Storia della Musica del ’900. Sul sito radio3.rai.it è possibile riascoltare le puntate di Suite-Lezioni di musica.

451’ propone in questo numero la puntata del 24 settembre di Lezioni di musica – Guido Barbieri, Il pensiero musicale del Novecento. L’ultima puntata trasmessa il 25 settembre verrà pubblicata nel prossimo numero.

LEZIONI DI MUSICA GUIDO BARBIERI

IL PENSIERO MUSICALE DEL NOVECENTO
Seconda Puntata

Quanto diventa lungo questo secolo? Quanto indietro dobbiamo tornare per cogliere le vere e proprie rivoluzioni nella concezione del tempo? In Debussy, il tempo si blocca attraverso il silenzio, in Mahler il silenzio si blocca attraverso il frammento; pratica e poetica del silenzio, pratica e poetica del frammento: sono due elementi cardine della rivoluzione linguistica che investe la nostra concezione del tempo. È lì, allora, che si va ad annidare qualche cosa di formidabile, qualche cosa di veramente rivoluzionario nella storia della musica occidentale, non soltanto nella dodecafonia, nella serialità, che in fondo arrivano dopo e arrivano anche grazie a questo. Ci sarebbe mai stata, per esempio, l’Opera 19 di Schönberg, 1911, i 5 pezzi per pianoforte, senza Mahler? Ci sarebbero mai stati i 5 pezzi per quartetto d’archi, Opera 5 di Webern, 1909? E senza la pratica della poetica del frammento e senza l’idea di sospensione temporale, praticata da Debussy e da Mahler, in particolare? Io credo di no, però è questo che accade: le due grandi rivoluzioni temporali della storia della musica del Novecento all’inizio sono questo. Dovremmo aggiungerne un’altra, di rivoluzione: tutta l’estetica che passa sotto il segno dello straniamento, che farebbe entrare in campo un’altra categoria, galleria, di compositori del primo Novecento, che sono Igor Stravinsky, Sergej Prokofiev, Kurt Weill, Paul Hindemith, per esempio.

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