Garry Wills

Chi ha paura di Papa Francesco?

da ''The New York Review of Books''
ATTUALITÀ: Perché i ricchi americani hanno paura della nuova Enciclica e della nuova politica pastorale di Papa Francesco?

Un vero Papa dovrebbe far paura. Gesù spaventò a morte la gente (e gli costò la vita) ma Papa Francesco fa veramente paura? La si potrebbe pensare così a giudicare dalla reazione di certi guardiani dell’ortodossia, uomini per esempio come l’editorialista del ‘New York Times’ Ross Douthat, il quale pensa che si dovrebbe minacciare il Papa con uno scisma per proteggere la santità del matrimonio, dal momento che «questo Papa potrebbe essere protetto dallo sbagliare solo se la Chiesa stessa gli si opponesse». Ma i pignoli che si occupano di chiesa non hanno eserciti di simili pensatori da radunare e ciò non fa paura neanche un po’.

Ora, comunque, sta arrivando qualcosa che agita l’animo dei miliardari, e quando i miliardari cattolici si agitano, i vescovi cattolici fremono anche loro. Questi sono gli uomini che hanno costruito le loro chiese, i loro ospedali, le loro scuole e biblioteche. La tradizione cattolica ha fatto cadere su questi Money Men il marchio dei veri leader della Chiesa come dimostra il prete Bing Crosby che sollecita dollari a un donatore irascibile in La mia via o il prete J.F Powers che si esercita sulle diciotto buche con un ricco cafone per avere il campo da golf nella sua dimora estiva.

L'enciclica di Papa Francesco Laudato sìIl cardinale Timothy Dolan è stato recentemente messo al corrente di questa agitazione nella vita ecclesiastica da Kenneth Langone, un co-fondatore di Home Depot. Il cardinale si sta muovendo per restaurare la cattedrale di St. Patrick a New York, a un costo di 175 milioni di dollari. Langone gli ha chiesto perché insieme ai suoi soci benefattori dovesse raccogliere così tanti soldi dal momento che il Papa sta denunciando «l’idolatria del denaro». Gli ha ricordato che vista nell’ottica del Papa i suoi soci donatori sarebbero «incapaci di provare compassione per i poveri».

Ma anche questa è stata una minaccia di poco conto. Langone stava semplicemente minacciando di ritirare le offerte di denaro. Ora che il Papa sta preparando una importante enciclica sul cambiamento climatico, che verrà pubblicata in giugno (è uscita infatti), i miliardari stanno investendo un bel po’ dei loro soldi in un attacco diretto contro di lui. Lo nominano nei loro pettegolezzi, con i loro scienziati a libro paga e nei loro convegni improvvisati, con i beneficiari dei loro servigi e con i loro giornalisti pagati per discreditare le parole del Papa quando non sono state nemmeno pubblicate. «Farebbe un cattivo servizio al suo gregge e al mondo mettendo la sua autorità morale al seguito della impressionistica agenda sul clima delle Nazioni Unite». Non sanno neppure esattamente che cosa il Papa dirà nella sua prossima enciclica sulla difesa della creazione di Dio, ma sanno per certo quello che non dirà. Non negherà che i poveri soffrano per via della spogliazione della Terra. È inevitabile, tutto ciò che ha detto e fatto fino ad ora mostra che Francesco è sempre dalla parte dei poveri.

Coloro che fanno profitti con ciò che danneggia la Terra devono tenere i poveri lontano dalla loro vista. Hanno problemi a sufficienza nel combattere le argomentazioni scientifiche, economiche e politiche che si contrappongono alla fortificazione del privilegio. Portare in primo piano una moralità semplice potrebbe essergli fatale. È questo il motivo per cui stanno mettendo in piedi questa lotta preventiva pubblica contro l’enciclica ancor prima che compaia. Non solo devono screditare le parole del Papa (qualunque esse siano), devono bloccarle, ridicolizzarle, distruggerle.

La misura della loro paura è chiara in un articolo apparso su ‘First Things’, il giornale cattolico che difese a suo tempo le donazioni ai vescovi da parte di Marcial Maciel, fondatore di movimenti religiosi accusato di pedofilia. La scrittrice di ‘First Things’ Maureen Mullarkey definisce il Papa  «un ideologo e un egoista impiccione»  e continua: «Francesco macchia il suo ufficio usando formulazioni demagogiche per forzare la popolazione a reagire ai cambiamenti climatici senza nessuna guida concreta se non una propaganda teologizzata».

L’editore di ‘First Thing’ successivamente si è scusato per il tono incivile di questo pezzo – ma lo ha pubblicato, la qual cosa è il vero atto di inciviltà. Questa gente è davvero molto spaventata. Quando si tranquillizzano a sufficienza per dire qualcosa di sensato, ricadono nel loro mantra degli anni recenti, e affermano che nessuno può realmente sapere qualcosa di sicuro sullo stato della Terra. «Non sono uno scienziato», dicono. Questa professata ignoranza dovrebbe spingere le persone oneste a imparare dagli scienziati che anche loro non sanno nulla. In realtà, l’implicazione è che  «se io non so, nessuno può sapere; è dimostrazione di arroganza fingere che qualcun altro possa sapere quello che io non so».

Adesso stanno ritagliando questa argomentazione sul Papa. Lui non è uno scienziato, ci assicurano, perciò non può dire niente sulle materie scientifiche. In realtà, questo Papa sa del metodo scientifico più di quanto loro non credono. Da giovane ha passato tre anni a fare esperimenti in un laboratorio chimico sotto la supervisione molto severa di Esther Balestrino de Careaga.

Papa Francesco lava i piedi ai detenuti durante la sua visita al Rebibbia nell'aprile 2015

Papa Francesco lava i piedi ai detenuti durante la sua visita al carcere di Rebibbia nell’aprile 2015

Ma non è questo il punto. La vera questione è che qui non è in gioco la scienza contro l’ignoranza o le Nazioni Unite contro la xenofobia, o il mio 97 per cento di esperti contro il tuo 3 per cento. Si tratta di avere a che fare con pochi immensamente ricchi contro molti poveri e indigenti. I pochi ricchi si stanno accaparrando molto del loro benessere saccheggiando la Terra. Il fatto che i poveri diventino sempre più poveri in questo processo è immediatamente ignorato, negato o deriso. I poveri in sostanza non hanno voce. Fino ad ora. Se il Papa non fosse una voce così credibile per i poveri, i suoi oppositori non avrebbero così paura. La loro paura testimonia la bontà del suo pensiero.

GARRY WILLS, storico e professore emerito di Storia presso la Northwestern University, vincitore del premio Pulitzer nel 1993. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è Lincoln a Gettysburg. Le parole che hanno unito l’America (Il Saggiatore 2005).

 

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