Andrea Segrè

451 parole: ogiemme

Stavolta Segrè si misura con gli OGM, con il suo solito atteggiamento distaccato e professionale, analizzando pro e contro di questa tecnologia che, sfruttando le basi dell’ingegneria genetica, sembra essere in grado di “mutare” il corso della natura. Che cosa significa essere favorevoli agli OGM? Cosa sostengono e quali sono le ragioni di chi è contrario? Quali sono, in prospettiva, i reali benefici di questo strumento? E quali i limiti e i pericoli?

Proprio scritto tutto attaccato: Ogiemme. In acronimo, Ogm: organismo geneticamente modificato. Ovvero, secondo la definizione data dall’Unione Europea, «un organismo, diverso da un essere umano, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale». Che per il cibo, derivante da organismi vegetali e animali, è da molti anni questione assai controversa, dibattuta, ma (ancora) irrisolta. Del resto, il cibo stesso, la sua produzione, il suo consumo, l’esperienza sensoriale del mangiare – che ci vede protagonisti più volte al giorno e che rimanda ad altre esperienze: relazioni, convivialità, condivisione – è da sempre oggetto di dibattito e di conflitto, anche acceso.

Questo contenuto è riservato ai soli membri di Annuale Online
Accedi Registrati.
Print Friendly, PDF & Email
Invia una mail per segnalare questo articolo ad un amico