Darryl Pinckney

Ci sono stati grandi cambiamenti nell’America Nera?

da ''The New York Review of Books''

MICAHEL TOURÈ,Who’s Afraid of Post-Blackness? What It Means to Be Black Now, Free Press, pp.251, $ 25.00

 

SOCIOLOGIA: Barack Obama è il primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti. La conduttrice televisiva Oprah Winfrey la prima donna miliardaria di colore del paese. La situazione sociale in America sembra ormai definitivamente migliorata per le persone di colore. Ma è davvero così? E cosa significa essere oggi “neri” negli Stati Uniti d’America?

In Speaking in Tongues, il suo straordinario saggio su Barack Obama e l’identità nera, Zadie Smith ricorda quanto fosse persuasa, quando era studentessa a Cambridge, dal concetto di un’unitaria voce nera. Poi l’idea si è dissolta in qualche modo nell’invito ad “attenersi alla realtà”, una lezione che lei trovò simile ad essere nella cella di una prigione.

Essa ha reso l’“Essenza Nera” una qualità che ogni singola persona di colore era in costante pericolo di perdere. E praticamente qualsiasi cosa poteva innescare la perdita della propria “Essenza Nera”: frequentare certe università, un’impressionante varietà di lavori, la passione per l’Opera, una fidanzata bianca, l’interesse per il golf. E naturalmente, qualsiasi cambiamento nel modo di parlare.

È assurdo, dice, guardandosi indietro, perché la realtà nera si è diversificata. Noi siamo “ballerini classici neri e camionisti neri e presidenti neri…  e noi tutti cantiamo seguendo il nostro personale spartito.”1

Ma recentemente, quando le ho chiesto – in riferimento al caso di Travyon Martin2 – se la pensava ancora allo stesso modo riguardo al proprio personale spartito,la Smith ha risposto che forse non era possibile che ognuno parlasse, perché c’era così grande ostilità verso la gente di colore negli Stati Uniti. In Inghilterra aveva pensato più alla classe che alla razza. Negli Stati Uniti, ha scoperto che qualcun’altro può fiondarsi e catalogarti quando meno te lo aspetti, trasformando il tuo “essere nero” parte di un’idea di “identità nera” in realtà molto lontana da te stesso.

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