Christian Caryl

Disvelare la Cina nascosta

da ''The New York Review of Books''

RICHARD BAUM,China Watcher. Confessions of a Peking Tom,Washington, University of Washington Press, 2010, pp. 328, $ 29,95

JOHN NAISBITT E DORIS NAISBITT,China’s Megatrends. The 8 Pillars of a New Society,New York, HarperBusiness, 2010, pp. 257, $ 27,99

YASHENG HUANG,Capitalism with Chinese Characteristics. Entrepreneurship and the State,Cambridge, Cambridge University Press, 2008, pp. 348, $ 38,00

JAMES FALLOWS,Postcards from Tomorrow Square. Reports from China,New York, Vintage, 2008, pp. 262, $ 15,00

MARTIN JACQUES,When China Rules the World. The End of the Western World and the Birth of a New Global Order,New York, Penguin, 2009, pp. 550, $ 29,95

CHRISTOPHER A. FORD,The Mind of Empire. China’s History and Modern Foreign Relations,Lexington, University Press of Kentucky, 2010, pp. 380, $ 45,00

PETER HESSLER,Country Driving. A Journey Through China from Farm to Factory,New York, Harper Collins, 2010, pp. 378, $ 27,99

La Cina sta emergendo come potenza economica e politica. Eppure recentemente il suo PLI sta subendo un arresto.. Quiali sono le motivazioni di tale situazione? Christian Caryl analizza queste problematiche mettendo a confronto i saggi di importanti sinologi ed economisti: Richard Baum, John e dorsi Naisbitt, Yasheng Huang,james fallow, Martin Jacques, Christopher A. Ford e Peter Hessler.

Napoleone, è noto, aveva descritto la Cina come un gigante addormentato che al suo risveglio avrebbe fatto tremare il mondo. Ora che il gigante è di nuovo in piedi, a noi non resta che prenderne atto. Il 2010, in effetti, potrebbe essere ricordato come l’anno in cui la Cina ha cominciato a far sentire il suo peso.

Le ragioni per le quali tutto ciò avvenga adesso, e precisamente in questo modo, non sono immediatamente evidenti. Per anni i leader cinesi hanno colto ogni occasione per affermare che il potere crescente del loro Paese non avrebbe rappresentato una minaccia per lo status quo internazionale. E i discorsi sulla “pacifica ascesa” erano sempre all’ordine del giorno. La diplomazia cinese ha abilmente placato le preoccupazioni dei vicini nella regione, rassicurando così chi era disposto ad ascoltare: Pechino non si sarebbe mai piegata al dolente unilateralismo degli imperialisti di Washington. I giornalisti hanno coniato per la Cina l’espressione “offensiva dello charme”.

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