Gianfranco Pasquino

Grillo e le sue movimentate Stelle

ROBERTO BIORCIO, PAOLO NATALE, Politica a 5 Stelle, Milano, Feltrinelli, 2013, pp. 155. Euro 14,00

ILVO DIAMANTI, PAOLO NATALE (a cura di), Grillo e il Movimento 5 Stelle, in “Comunicazione Politica”, 1/ 2013. Euro 23,00

ELISABETTA GUALMINI, PIERGIORGIO CORBETTA (a cura di), Il partito di Grillo, Bologna, Il Mulino, 2013, pp. 239. Euro 16,00

POLITICA: Il MoVimento 5 stelle fondato da Beppe Grillo è sicuramente una delle novità più importanti emerse nella politica italiana degli ultimi anni. Ma quali sono i tratti che (nel bene o nel male) contraddistinguono il MoVimento dagli altri partiti e quale potrebbe essere il suo immediato futuro? Ce ne parla Gianfranco Pasquino.

Ancora una volta, qualche settimana dopo le elezioni italiane del 24-25 febbraio, il settimanale “Economist”, abitualmente definito “autorevole”, ne ha commentato sarcasticamente l’esito. Nella sua copertina campeggiava la scritta “Italy’s election. Send in the clowns” (fate entrare i pagliacci) riflesso della fin troppo classica altezzosità britannica. In qualche misura quella scritta deve avere subito influenzato sia il candidato socialdemocratico alla carica di Cancelliere della Germania, Peer Steinbrück, il quale pure ha espresso il parere che la politica italiana sia caduta nelle mani di due clowns, sia le successive, ancorché legittime e comprensibili, preoccupazioni degli Stati-membri dell’Unione Europea. Tuttavia, qualsiasi valutazione politica, anche la più negativa, si dia di Berlusconi e dei suoi fin troppi anni trascorsi in politica, spesso in posizione dominante, e di Grillo e della sua più recente impresa, il Movimento Cinque Stelle, definirli “clowns/pagliacci” significa non avere sostanzialmente capito niente né di loro né, ancor meno, della politica italiana. Dopodiché, naturalmente, il giudizio potrà comunque essere, in maniera documentata, severo e sferzante, ma, probabilmente, dovrà essere esteso anche, in maniera equilibrata, agli oppositori, a coloro che non hanno saputo contrastare i successi di Berlusconi e di Grillo.

Di Berlusconi è già stato detto moltissimo, ma sarebbe un grave errore pensare che la sua storia politica, magari a causa dell’età avanzata, sia giunta a conclusione. Non è ancora affatto caduto il sipario sullo spettacolo politico inscenato dall’uomo più ricco del paese, dotato di enorme autostima e applaudito protagonista di “una storia italiana”, dal titolo del libro che distribuì gratuitamente a milioni di famiglie nel corso della vittoriosa campagna elettorale del 1994. Anche Grillo è un protagonista già descritto in molti studi, consigliato da un guru della comunicazione sul web e seguito da migliaia di ammiratori adoranti. Ma, non entrerò in paragoni che potrebbero essere azzardati e non del tutto appropriati, tranne che, più avanti, sul punto politico che  considero assolutamente qualificante. L’analisi della grande avanzata, un vero  sfondamento, non soltanto elettorale, ma istituzionale, del Movimento Cinque Stelle non può prescindere da una premessa e dalla riflessione su due elementi di fondo. La premessa è che i quasi ottomilioni di voti ottenuti sono la conseguenza di una lunga campagna politica ed elettorale cominciata nel 2005, passata per l’elezione di molti consiglieri comunali, provinciali, regionali e di tre sindaci e per il grande numero di voti conseguiti nelle elezioni regionali siciliane dell’autunno 2012. Quanto agli elementi di sfondo decisivi, il primo è costituito dalle condizioni nelle quali si è trovato il sistema politico italiano al termine di una tormentata fase durata diciotto anni e caratterizzata dall’assenza di qualsiasi risposta decente e soddisfacente ai molti problemi politici e istituzionali rimasti aperti. Il secondo elemento è rappresentato dall’insistita azione politica di Beppe Grillo, come ho scritto sopra, iniziata a partire dal 2005 e proseguita con pazienza, con tenacia, con impegno, con enorme dispendio di energie, anche con il tentativo, respinto sul nascere, di candidarsi alla segreteria del Partito Democratico nell’autunno del 2009. Sicuramente non più un clown, se lo era mai stato, Grillo si è trasformato, inesorabilmente e, in maniera almeno parzialmente consapevole, in un organizzatore politico ovvero, come, sia nei due articoli pubblicati nella rivista “Comunicazione Politica” sia nel loro libro, Roberto Biorcio e Paolo Natale ne definiscono, a mio parere, correttamente, il suo percorso politico, è passato «da comico a imprenditore politico» (p. 15). Organizzazione, costruzione di una rete di comunicazione, sollecitazione, “eccitazione” e incanalamento della protesta: interpreto così «le tre ragioni del successo del MoVimento Cinque Stelle» che sono proposte e analizzate nell’articolo di Biorcio.

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