Ugo Amaldi,Sempre più veloci. Perché i fisici accelerano le particelle: lavera storia del bosone di Higgs,Bologna, Zanichelli 2013, pp. 280, €10,50
È chiamata pomposamente “particella di Dio” perché grazie ad essa ogni cosa nell’universo ha una massa e la materia esiste così come la conosciamo. I fisici, meno enfatici rispetto a chi diffonde il sapere scientifico, preferiscono chiamarlo bosone di Higgs, [...]
È chiamata pomposamente “particella di Dio” perché grazie ad essa ogni cosa nell’universo ha una massa e la materia esiste così come la conosciamo. I fisici, meno enfatici rispetto a chi diffonde il sapere scientifico, preferiscono chiamarlo bosone di Higgs, dal nome dello scienziato scozzese Peter Higgs, che nel 1964 ne aveva teorizzato l’esistenza insieme ad altri cinque colleghi. Questa particella è l’ultimo mattone del quale la fisica contemporanea riteneva di avere bisogno per completare la principale delle sue teorie, chiamata Modello Standard. E qui c’è il primo intoppo per i non addetti ai lavori. Il Modello Standard è una teoria quantistica che descrive tre delle quattro forze fondamentali note fino ad oggi – ossia le interazioni forte, elettromagnetica e debole – e tutte le particelle elementari ad esse collegate. La forza gravitazionale ne rimane esclusa. Le previsioni del Modello Standard sono state in larga parte verificate sperimentalmente con un’ottima precisione, tuttavia esso, non comprendendo la gravità per la quale non esiste una teoria quantistica coerente, non può essere tuttora considerato una teoria completa delle interazioni fondamentali.