Guido Tonelli

La scoperta del bosone di Higgs: un sogno divenuto realtà

Sono passati più di vent’anni da quando, nei primi anni ’90, ci riunivamo al CERN, in piccoli gruppi, per discutere di LHC, il nuovo potente acceleratore che si stava allora progettando. Ricordo come fosse ieri le discussioni accese [...]

Sono passati più di vent’anni da quando, nei primi anni ’90, ci riunivamo al CERN, in piccoli gruppi, per discutere di LHC, il nuovo potente acceleratore che si stava allora progettando. Ricordo come fosse ieri le discussioni accese intorno ai disegni concettuali dei giganteschi rivelatori schizzati a penna sui tovagliolini di carta della caffetteria del CERN, sede storica di tutte le discussioni sui nuovi progetti.

Furono anni di discussioni appassionate, di entusiasmi incredibili e di delusioni cocenti. Ci furono anche conflitti, spesso aspri, con una larga parte della comunità dei colleghi che ci considerava alla stregua di pazzi: troppo avveniristiche le tecnologie che proponevamo, troppo ostile l’ambiente delle altissime luminosità di LHC. Molti fra i colleghi più esperti ci guardavano con aria di sufficienza; come a dire: “in bocca al lupo ma non ce la farete mai”. Alcuni, compresi un paio di premi Nobel, alzavano il sopracciglio di fronte a questa nuova generazione di fisici quarantenni che volevano riuscire laddove tutti gli altri avevano fallito: scoprire il bosone di Higgs.

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