Massimo Pedretti

La crisi del nucleare e le nuove sfide energetiche

PETER ATKINS, Le regole del gioco. Come la termodinamica fa funzionare l’universo, Bologna, Zanichelli, 2011, pp. 144, € 10,20

SCIENZA E ATTUALITA’: di grande importanza per il nostro futuro è l’analisi che Pedretti fa riguardo la situazione energetica (italiana e internazionale), alla luce della tragedia giapponese di Fukushima, che ha portato molti stati a fare retromarcia sull’utilizzo dell’energia nucleare. Ma, al di là della comprensibile ondata di paura causata dal terremoto del Giappone, che cosa significa davvero, per un paese sviluppato, fare ricorso all’energia prodotta dal nucleare? Quali sono i reali rischi? Quali i costi? Quali i vantaggi? E, soprattutto, è necessario investire, invece, in altre fonti energetiche non esauribili?

Esattamente 45 anni fa, nel maggio del 1966, uno studio Onu annunciava che i primi tre produttori al mondo di energia elettrica da fonte nucleare erano, nell’ordine, Stati Uniti, Inghilterra e Italia. Il nostro paese aveva già operative all’epoca tre centrali – a Latina, Sessa Aurunca (CE) e Trino Vercellese (VC) – e in quel periodo poteva vantarsi di possedere la centrale elettronucleare più potente del mondo, a Trino, grazie a un reattore Pwr Westinghouse da 270 Megawatt.

Nel quasi mezzo secolo che va dall’Italia capofila del nucleare al disastro di Fukushima il mondo è cambiato radicalmente: la popolazione mondiale è passata da 3,5 a 6,7 miliardi di persone e il fabbisogno di energia è triplicato. Oggi è la grande disponibilità energetica a permetterci di condurre una vita immensamente più comoda rispetto a quella che vivevano i nostri nonni, un tema cruciale per capire il mondo in cui viviamo e soprattutto per valutare il futuro che ci aspetta. Il nostro stile di vita, infatti, può aggravare il degrado del pianeta e compromettere seriamente la qualità di vita dei nostri nipoti.

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