Nel secolo tra il 630 e il 730, una porzione considerevole del vecchio mondo assunse la forma attuale. Con una serie di formidabili campagne, gli eserciti arabo-musulmani crearono un impero unico che un tempo si allargava dalla Spagna meridionale fino al nord dell’India, ai confini occidentali della Cina. Dal big bang di tali conquiste si originò una nuova galassia. Da quel momento in poi, una catena strettamente interconnessa di regioni musulmane (una parte delle quali, dall’attuale Marocco ai confini dell’Iran, finì col parlare arabo) si estendeva attraverso l’Africa e l’Eurasia, unendo l’Atlantico alla Cina occidentale. Ne scaturì una nuova civiltà che nelle sue molte varianti dura fino ai nostri giorni. Nelle parole di Finbarr Flood, l’autore di uno dei principali contributi al catalogo della mostra del Metropolitan Museum dal titolo forse troppo modesto di Bisanzio e Islam: L’età di transizione (dal VII al IX secolo), la fondazione dell’impero arabo è stata una «delle imprese più cospicue nella storia dell’umanità».