Daniel J. Kleves

Possono brevettare i nostri geni?

da ''The New York Review of Books''

SCIENZA: La Corte Suprema americana è chiamata a stabilire se delle aziende private possono o meno brevettare due geni che aumentano significativamente il rischio di tumore al seno e alle ovaie. La scelta della Corte potrebbe avere conseguenze enormi per la biomedicina. [...]

I geni possono essere brevettati? Questa primavera la Corte Suprema americana esaminerà un caso che potrebbe dirimere la questione, e le conseguenze per la biomedicina americana potrebbero essere enormi1. Più di tre anni fa, nel maggio del 2009, l’American Civil Liberties Union (ACLU) e la Public Patent Foundation (PPF) hanno intentato una causa presso la Corte Distrettuale del distretto meridionale di New York con l’intenzione di annullare la concessione dei brevetti sul DNA isolato da due geni umani2, BRCA1 e BRCA2, che aumentano significativamente il rischio di tumore al seno e alle ovaie. Il convenuto principale era la Myriad Genetics Corporation, un’azienda biotecnologica dello Utah, che ha il controllo dei brevetti – e che ha il diritto giuridico, della durata di vent’anni, di escludere qualunque altro soggetto dall’uso di questi geni, nella ricerca, diagnosi e trattamento del cancro al seno. Altri convenuti erano la University of Utah Research Foundation, che è entrata in possesso dei brevetti, e lo United States Patent and Tradermark Office (USPTO) – l’ufficio statunitense dei brevetti e dei marchi – che li ha concessi.

I querelanti non erano le tradizionali parti nelle cause in materia di brevetti, ossia avversari con l’occhio rivolto ai bilanci. Ne facevano invece parte esperti di genetica medica, patologi e difensori della salute delle donne, oltre a ricercatori biomedici, consulenti genetici e diverse donne con un tumore al seno o a rischio di contrarlo. Questi soggetti erano preoccupati che i brevetti della Myriad conferissero all’azienda un enorme controllo monopolistico su una sostanza biologica così essenziale per la ricerca, per la medicina e per i pazienti, come il DNA implicato nei tumori. Sostenevano che il DNA del gene BRCA – e implicitamente tutto il DNA umano – non dovrebbe avere giuridicamente il diritto di brevetto e che l’approvazione dei suoi brevetti interferiva con il progresso della scienza e con l’erogazione dei servizi medici.

I querelanti avevano il sostegno, espresso in memorie di amici curiae3, di molte parti rappresentanti la professione medica, i ricercatori biomedici e i pazienti, contrari tutti a permettere che chiunque possa godere dei diritti di monopolio sul DNA umano. La Myriad Genetics Corporation annoverava comunque molti alleati nel mondo dell’industria delle biotecnologie, degli avvocati in materia di brevetti e in diverse aziende di genomica: ciascuno dei quali sosteneva che la concessione di tali diritti era necessaria per il loro business. Nel diritto americano, i soggetti contrari a una politica pubblica come prassi non possono avanzare le loro obiezioni nelle corti federali, inclusa la materia di brevetti, a meno che tale politica causi un danno che li legittimi ad appellarsi4. I querelanti sostenevano di avere subìto un danno, e offriva in prova come la Myriad avesse usato i suoi brevetti sui geni BRCA – in campo clinico e in laboratorio – per bloccare l’uso dei geni per la ricerca sul cancro da parte di altri. Il 2 novembre 2009, nonostante le obiezioni della Myriad e dell’USPTO, il giudice Robert W. Sweet, il giudice di prima istanza, aveva accordato ai querelanti la legittimazione ad agire sostenendo che, considerata la gravità della questione per la salute e per la scienza, essi avevano ogni diritto di citare in giudizio la Myriad, l’USPTO e i brevetti sui geni.

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