Ronald Dworkin

Una vita “buona”: che cos’è?

da ''The New York Review of Books''

RONALD DWORKIN

Filosofia: Qual è la differenza fra etica e morale? Cosa intendiamo noi per vivere con moralità? E che cosa rende una vita “vissuta bene”? Da Platone e Aristotele i filosofi si sono sempre posti quesiti come questi, che sono più vicini al nostro comune vivere di quanto lo immaginiamo. L’autore propone una sua soluzione al dilemma secolare sul perché bisogna seguire la morale e su se una vita secondo morale sia necessariamente “buona” per chi la vive.

1. Moralità e felicità

Platone e Aristotele hanno considerato la moralità come una sorta di “interpretazione del mondo”. Entrambi hanno tentato di illustrare le vere caratteristiche di tutte le principali virtù morali o politiche (quali ad esempio l’onore, la responsabilità civile, la giustizia), prima confrontando ciascuna di esse con le altre e in seguito con gli ideali etici di più ampia portata, che i traduttori di questi classici hanno indicato complessivamente come “felicità” personale.

Mi propongo di utilizzare gli aggettivi “etico” e “morale” in un’accezione che potrebbe apparire in qualche modo speciale. Le comuni norme morali prescrivono come dovremmo trattare gli altri, mentre le norme di carattere etico ci indicano come noi stessi dovremmo vivere. La felicità cui si riferivano Platone e Aristotele doveva essere raggiunta conducendo una vita eticamente corretta e ciò significava che si doveva vivere seguendo principi morali indipendenti dalla singola persona.

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