POLITICA: Abigail Fisher è una ragazza bianca che ha accusato l’Università del Texas di aver violato i suoi diritti di cittadina non ammettendola al campus. Ciò che vuole provare è che l’ateneo sostiene una politica basata sui principi approvati nel caso Grutter, che considera la razza un fattore implicato nella scelta.
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha ora ascoltato gli oral arguments, le argomentazioni orali, in un caso – Fisher v. Università del Texas – in cui verosimilmente annullerà o depotenzierà la sua stessa decisione del 2003 nel caso Grutter vs Bollinger la quale ammetteva pratiche limitate di affirmative action, ossia di discriminazione positiva, nella istruzione pubblica superiore. Queste sono politiche di ammissione mediante cui le università cercano di incrementare nei loro corsi il numero di studenti qualificati appartenenti alle minoranze, considerano la loro razza un vantaggio nella scelta, tra un largo numero di candidati molto qualificati, ma che non possono essere tutti ammessi. Io credo che l’affirmative action sia di grande importanza per la società americana in generale, ma i cinque giudici ultraconservatori della Corte Suprema si prevede che coglieranno al volo l’opportunità per metterla fuori legge.